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Alcuni giovani pievesi che frequentano l’Università e l’Istituto Agrario “Serpieri” vengono a conoscenza del rugby, sport rude, complesso, di grandi valori (il gioco di squadra, il sostegno, la collaborazione, il terzo tempo, il rispetto dell’avversario…), decidendo che il loro sport, lo sport per Pieve. Coinvolgendo poco a poco altri ragazzi, i “Ragazzi del ‘71” costituiscono una squadra, con lo scopo di giocare il primo campionato regionale. Con il sostegno di Giulio Bargellini, brillante imprenditore pievese fondatore dell’azienda OVA Elettronica, riescono ad ottenere le prime risorse per il loro sogno. Ma Giulio fa di più, capendo il progetto e le possibilità di crescita, avallando un progetto di sponsorizzazione: nasce l’OVA Rugby Pieve di Cento. I primi anni sono duri: senza fissa dimora i ragazzi sono costretti a giocare ed allenarsi su campi prestati dal calcio o dalle parrocchie, spostandosi qua e là nei paesi vicini. Nonostante tutto gli appassionati crescono, e tanti ragazzi cominciano a giocare a rugby, ma non solo, anche i tifosi aumentano, diventando passione paesana ed entrando a far parte della cultura e dei cuori pievesi.
Il bolognese Eraldo Sgorbati, grande giocatore degl’anni ’30, intuisce lo spirito e l’amore del territorio per questo nuovo sport, proponendosi come allenatore e dirigente. E’ la svolta: il carisma, l’esperienza, l’innovazione, tutto accompagnato da un carattere estroverso che s’incrocia con il talento, la disponibilità ai sacrifici e la voglia di emergere di tanti ragazzi di Pieve. Sotto la sua guida, l’OVA Rugby conquista il campionato Nazionale di serie B, scalando anno dopo anno i vertici della classifica. Sono anni di grande vivacità, con confronto continuo con le squadre che militano nel massimo campionato di serie A: passano per Pieve la Benetton Treviso, il Petrarca Padova, squadre Francesi, ma in particolare i “Bersaglieri” del Rovigo, con i quali si crea una lungimirante “fratellanza” e collaborazione. Con il contributo di tutti, Giulio Bargellini, il comune, giocatori, dirigenti ed appassionati, iniziano i lavori del nuovo impianto del rugby, che termineranno nel 1981, con l’inaugurazione ufficiale, e la prima partita: “Nazionale Italiana B vs Polonia”. Ma, purtroppo, viene a mancare improvvisamente Eraldo Sgorbati, lasciando un grande vuoto. Lo stadio è intitolato a suo nome. Nello smarrimento iniziale, la direzione della squadra viene presa da Luciano Schiavi e successivamente da un altro grande, Benito Vanzan. Benito è un veneto tosto, con alle spalle l’esperienza di giocatore del Rovigo e nel presente di allenatore, vincitore di titoli regionali e nazionali. E’ anche un bel periodo per il rugby, con una crescita del movimento esponenziale. Un periodo dove le squadre si potenziano inserendo giocatori provenienti da nazioni con grande storia ed esperienza di rugby. Anche Pieve fa questa scelta, e giocatori del Rovigo come Zuin e Silisgardi, i Sud Africani Van Vouren, Hoberoltzer, Behks, Knotzee, i Neozelandesi Munro e Cotter, e tanti altri.




I ragazzi imparano dagli allenatori ma anche dai propri compagni alzando il livello e la qualità di gioco, sfiorando la promozione in serie A. Dal questo vivaio ne esce Edgardo Venturi, esordiente Nazionale dal tour del 1983 in Canada e giocatore del Rugby Rovigo pluri campione d’Italia. La nuova società raccoglie un’eredità pesante, ma il progetto mira alla crescita ed al consolidamento del rugby e della sua cultura, sul territorio. Si entra nelle scuole accolti con entusiasmo presentando i “progetti di rugby” ed i valori che esprime questo sport, come la ricerca del benessere fisico, lo sport come momento di confronto e crescita, la formazione sociale e civica del ragazzo, il rispetto dei compagni e dell’avversario, il controllo dell’aggressività, il mettere le proprie qualità al servizio degl’altri.
Il vivaio giovanile cresce. Il progetto giovani si struttura. Il rugby pievese partecipa all’attività FIR con tutte le categorie, dalla Under 8 alla prima squadra. Nasce il torneo nazionale di mini rugby “Eraldo Sgorbati”, dove ricordiamo la visita ai mini atleti di Mikail Gorbaciof nel 2001, in occasione dell’inaugurazione della “Statua della pace” al Museo Magi e celebrando nel 2008, ricorreva il 15esimo anno, un memorabile anniversario, al quale partecipano 50 squadre, diventando uno dei cinque tornei più importanti a livello nazionale. Si costituisce un club italo/gallese il “Carwin James School Rugby Club” per favorire lo scambio interculturale a livello rugbistico, promuovendo tornei e permettendo ai nostri ragazzi di fare esperienze di gioco ad alto livello. Il nuovo millennio è arrivato, e la prima squadra la si presenta al Museo Magi di Giulio Bargellini, struttura di eccellenza e nuova ricchezza del territorio. La cultura rugbistica del territorio è cambiata, è migliorata, si entra nel sociale, con la collaborazione con l’ANFAAS, sostenendo ed incentivando progetti verso i meno fortunati, i più deboli. Anche i frutti del progetto giovanile non tardano, con atleti pievesi che ci lasciano per andare a giocare in serie A o Eccellenza, altri che vengono reclutati dalle Accademie FIR, fino all’esordio in Nazionale U20 e la partecipazione ai campionati mondiali. Accorsi, Alberghini, Balboni, Balsemin, Taddia, Vedrani, per fare qualche esempio, sono un grande orgoglio per tutti noi. Il progetto seniores si allarga in provincia, fino alla costituzione del “URB” Unione Rugby Bolognese, alleanza figlia delle esperienze giovanili. Un’idea tanto bella quanto, “forse”, troppo nuova… Nel 2011 si costituisce il Rugby Pieve 1971. Per l’anno sportivo 2011/2012 vengono iscritte le squadre dalla U8 alla U14, alla fine della stagione gli iscritti sono 64.



